Diario Nyarlatotep Teo's campagna: differenze tra le versioni
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Versione delle 10:57, 27 gen 2015
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DAY 1
10-JAN-1925 SAB
siamo a NY nel nostro club ROTARY. Ad Alain è arrivato telegramma da londra di fine NOV-1924 da parte di JACKSON ELIAS che richiede supporto investigativo. Si intuisce che abbia indagato su SPEDIZIONE CARLYLE.
11-JAN-1925 DOM
a casa di Henry conosciamo Philip. Lo paga fino al 10-FEB-1925. Il giorno dopo Philip andrà a vedere navi da Londra e pedinare JACKSON ELIAS.
12-JAN-1925 LUN
Alain + Angela vanno alla PROSPERO PRESS per parlare con JONAH KENSINGTON. Non lo trovano. Lasciano biglietto che li richiami. Segretaria dice nessuna missiva da JACKSON ELIAS. KENSINGTON torna il 13 o 14.
13-JAN-1925 MAR
niente
14-JAN-1925 MER
niente
15-JAN-1925 GIO
Alain ha novità: Ha ricevuto una telefonata da un agitatissimo JACKSON ELIAS: è arrivato da qualche giorno (probabilmente da lunedì) e ci vuole stasera nella sua stanza dell'HOTEL CHELSEA alle 20,00. Dice che deve uscire immediatamente perché vuole cercare l'ultimo tassello. Secondo lui, i membri della spedizione CARLYLE sono ancora vivi!!
Arriviamo alle 19,55 con Philip e 3 tirapiedi. Stanza 410. Philip sfonda la porta. 3 tizi che freddano i tirapiedi e stendono Philip. 2 scappano su HUDSON NERA targa NY484. I tizi sono neri di origine keniota.
JACKSON ELIAS è morto sgozzato e gli hanno fatto un segno sulla fronte (tipo un sole, Alain fa calco su fazzoletto).
Acquisiamo:
REF 2:
biglietto da visita "IMPORTAZIONI EMERSON". Sul retro del biglietto è scritto SILAS N'KWANE, nome keniota
REF 3:
lettera nelle tasche di JACKSON ELIAS del 7-nov-1924 da università di Harvard firmata da Miriam Atwright
REF 4:
nel bagno astuccio con biglietto da visita della fondazione PENHEW di Londra, direttore Edward Gavigan
Arriva la polizia, tenente MARTIN POOL. Lo convinciamo della nostra estraneità e buona fede. Chiede la disponibilità alla collaborazione di Alain dopo che ha riconosciuto i tre cultisti come kenioti. Alle 23 ci rilasciano dicendo di tenerci a disposizione.
REF 5:
Biglietto inviato a Carlyle da un certo Faraz Najir dal Cairo, Egitto, il 3 gennaio 1919
Gent.mo Sig. Carlyle,
sono venuto a conoscenza del Suo interesse per alcuni reperti del mio paese e credo di poterLa aiutare. Possiedo alcune singolari curiosità che credo possano interessarLe e che desidero sottoporre alla Sua attenzione; ci accorderemo senz'altro sul prezzo. Si tratta di reperti molto antichi e, naturalmente, mi aspetto una buona offerta. Il mio negozio è nella Strada degli Sciacalli, nella Città Vecchia: potrà farmi contattare dal Suo agente e comunicarmi così le Sue intenzioni. Fino ad allora, il Suo umile servitore Faraz Najir
16-JAN-1925 VEN
Alain + Angela vanno alla casa editrice. Jonah è sconvolto, ma accetta di mostrarci le carte che ha ricevuto da Elias dopo il suo sbarco.
Henry + x a REF 2.
JONAH è arrivato stamattina. Lunedì 12 JACKSON ELIAS gli ha portato documentazione farneticante. Era ossessionato da una data entro l'anno 1925, che non ricorda di preciso.
REF 6:
fascicolo dalla segretaria datato 8-ago-1924 NAIROBI.
Caro Jonah, grosse novità in vista! C'è una seria possibilità che non tutti i membri della spedizione Carlyle siano morti. Ho una traccia. Le autorità continuano a negare il coinvolgimento di un culto, ma gli indigeni la pensano diversamente. Storie da non credere! Ti spedirò presto dei succulenti resoconti! Stavolta possiamo diventare davvero ricchi. Sangue e baci, J. P.S. Avrò bisogno di un anticipo per seguire questa pista. Ti farò sapere.
REF 7:
Le note di Jackson Elias - arrivate da Londra alla Prospero Press nell'ottobre del 1924
Secondo Jonah Kensington, direttore della Prospero Press, Elias era ossessionato da una data "fatidica" ma non ricorda quale, solo che era del 1926
I fogli sono incollati e legati in modo da formare un volumetto; ci sono numerose pagine bianche qua e là. Talvolta, per pagine e pagine, viene ripetuta all'infinito la stessa parola. La maggior parte delle note sono scritte con calligrafia frenetica ed agitata, quasi illeggibile: la scrittura, però, è senza dubbio quella di Elias. Le frasi che seguono sono praticamente tutto quello che è possibile decifrare:
Molti nomi, molti aspetti, ma è sempre lo stesso e tende al medesimo fine... Ho bisogno di aiuto... Troppo grande, troppo spaventoso. E questi sogni... gli stessi di Carlyle? Devo controllare le note di quello strizzacervelli... Sono sopravvissuti tutti! Ed apriranno la porta! Perché?... quindi il potere ed il pericolo sono reali. Essi... molte minacce che cominciano a... I libri sono nella cassaforte di Carlyle... Viene a cercarmi. Sarà sufficiente l'Oceano a proteggermi? Forza, non è questo il momento di arrendersi. Devo scriverlo, e fare in modo che i lettori mi credano. Devo gridare io solo per tutti loro? No, grideremo tutti insieme...
REF 8: GLI APPUNTI DI NAIROBI DI JACKSON ELIAS
IMPRESSIONI GENERALI: le note sono ben organizzate, e per certi aspetti sembrano complete. Mancano tuttavia conclusioni, collegamenti, nomi, sospetti e temi ben definiti. La calligrafia è marcata e il tratto deciso.
- Il primo gruppo di note da Nairobi parla degli uffici, dei funzionari e delle tribù visitate da JACKSON ELIAS in cerca di notizie sui culti ed i loro rituali. Non ha scoperto nulla di decisivo, ma scarta risolutamente la versione ufficiale del massacro della spedizione Carlyle.
- Il secondo gruppo descrive il viaggio sul luogo del massacro. Qui si sottolinea, in particolare, che il territorio è incolto e desolato, e che tutte le tribù della regione se ne tengono bene alla larga: dicono infatti che questi luoghi sono maledetti dal Dio del Vento Nero, che dimora sulla vetta dell’omonima montagna.
- Il terzo gruppo è un’intervista con un certo Johnstone Kenyatta, che sostiene che il massacro della spedizione Carlyle può essere stato commesso dal culto della Lingua Scarlatta, che ha sede sulla Montagna del Vento Nero, all’interno della quale dimora la Gran Sacerdotessa. Elias si dimostra gentilmente scettico, ma Kenyatta insiste nelle sue affermazioni. Lo scrittore ha annotato a margine che le tribù della regione temono ed odiano la Lingua Scarlatta, contro la quale le magie tribali sono inefficaci e che la divinità adorata dal culto non è di origini africane.
- Il quarto gruppo contiene il seguito dell’intervista a Kenyatta. Elias ha avuto conferma dell’esistenza della Lingua Scarlatta da ottime fonti, ma non ha ancora messo le mani su prove dirette e decisive. Pare che alcuni bambini siano stati rapiti per essere immolati, e c’è chi parla di mostri con grandi ali scesi dalla Montagna del Vento Nero per rapire la gente. Il culto venera una divinità ignota agli studiosi di folklore locale, estranea comunque alle tipiche tradizioni. Elias cita anche un certo “Sam Mariga, rr-sta”.
- Il quinto gruppo è un foglio singolo che ricorda ad Elias che la parte Egiziana dell’itinerario di Carlyle deve essere controllata con molta attenzione. Elias crede che il viaggio in Kenya di Carlyle sia stato spinto da qualcuno o da qualcosa accaduto in Egitto.
- Il sesto gruppo è una lunga intervista al tenente Mark Selkirk, che era a capo del gruppo che ha scoperto i resti della spedizione Carlyle e che risiede in Kenya fin dalla Grande Guerra. Selkirk, particolare molto importante, dice che i cadaveri erano straordinariamente ben conservati, in relazione al tempo trascorso all’aperto: “…come se la putrefazione stessa si fosse tenuta alla larga da quel luogo”. I corpi, inoltre, erano stati dilaniati, ma egli non era riuscito ad identificare l’animale responsabile. “Inimmaginabile!”, afferma il tenente. Selrirk è convinto che i Nandi abbiano a che fare con questa sporca faccenda, ma teme che le accuse ai capi della tribù siano gonfiate ad arte. “Non sarebbe la prima volta”, afferma, con una punta di cinismo. Infine, il militare conferma che tra i cadaveri non venne trovato nessun bianco: sulla pianura desolata giacevano solo i miseri resti dei portatori kenioti.
- Il settimo gruppo è un foglio singolo. Elias ha incontrato Nails Nelson al Victoria Bar di Nairobi (Nelson ha combattuto come mercenario al soldo degli italiani al confine fra Somalia ed Abissinia, e si è rifugiato in Kenya dopo che si è scoperto che faceva il doppio gioco). Nelson sostiene che Jack Brady è vivo, e di averlo incontrato ad Hong Kong nel marzo del 1923, meno di due anni prima. Brady si era comportato in modo cordiale, ma era guardingo e riservato e perciò Nelson non aveva fatto troppe domande. Elias ne trae la conclusione che forse anche gli altri bianchi della spedizione Carlyle sono ancora vivi.
- L’ottavo gruppo sintetizza la possibile struttura del libro sulla spedizione Carlyle, ma è vago ed incompleto, con numerose annotazioni sul tipo: “poi raccontare quello che è successo”, “spiegare il perché”, e così via.
Henry e Robin vanno con tre gorilla alle importazioni emerson. Viene fuori che Jackson Elais ha chiesto informazioni sulle importazioni dal centro africa, l'unico esportatore dal centro africa verso usa è Ahja Singh. L'unico cliente è la Juju house di Silas N'Kwane. L'ultimo arrivo è di questo lunedi 12.
17-JAN-1925 SAB
Il praticante messo al lavoro da Angela al giornale per recuperare il maggior numero possibile di articoli riguardanti Carlyle, la famiglia e la spedizione ci presenta nel pomeriggio quello che è riuscito a trovare.
REF 9
Pettegolezzi dalla grande mela
ROGER CARLYLE, il playboy a tutti noto (e di cui tutti sanno qualcosa) partirà domani senza fanfare per esplorare le tombe del favoloso Egitto! Avete visto che razza di pupe è riuscito a scovare nei locali notturni della città: volete scommettere che troverà bellezze simili anche tra le sabbie egiziane?
NEW YORK PILLAR - 4 aprile 1919
REF 10
La spedizione Carlyle salpata per l'Inghilterra
La spedizione organizzata dal ricco playboy Roger Carlyle (24 anni) è salpata stamane alla volta di Southampton, a bordo del vaporetto britannico Imperial Standard. Contrariamente alle precedenti indiscrezioni, la spedizione si fermerà a Londra per quasi un mese, per svolgere alcune ricerche preliminari sotto gli auspici della Fondazione Penhew; in seguito proseguirà per Il Cairo. I lettori certamente ricorderanno il grandioso ricevimento offerto da Carlyle al Waldorf Astoria Hotel di New York. Da allora, il suo nome è stato accompagnato da scandali e ambiguità, ma l'affetto dei cittadini di Manhattan non gli è mai venuto meno. I membri del gruppo sono stati piuttosto reticenti a rivelare lo scopo della spedizione in Egitto. Altri membri della spedizione sono: Sir Aubrey Penhew, famoso egittologo, vice capo del gruppo e responsabile degli scavi; Dr. Robert Huston, psicologo freudiano a la mode, partecipa al viaggio per condurre alcune ricerche comparate sulle antiche scritture pittografiche; Hypatia Masters, il cui nome è stato spesso accostato a quello di Carlyle, ha il compito di fotografa ed archivista; Jack Brady, amico intimo di Roger, è il factotum della spedizione.
NEW YORK PILLAR - 5 aprile 1919
REF 11
CARLYLE LASCIA L'EGITTO
IL CAIRO - Lunedì scorso Sir Aubrey Penhew, portavoce della spedizione Carlyle, ha riferito che il gruppo salperà per l'Africa Orientale per "un periodo di meritato riposo". Ha poi smentito le voci secondo le quali la spedizione avrebbe scoperto le leggendarie miniere di Re Salomone. Il gruppo, secondo quanto afferma lo studioso, organizzerà un safari "per dimenticare per un po' la sabbia e la polvere". Roger Carlyle, il ricco playboy di New York, a capo della spedizione, non è reperibile: è ancora convalescente per un colpo di sole. Gli esperti locali, parlando del suo malessere, hanno dichiarato che in questo periodo dell'anno l'Egitto è troppo caldo per gli anglosassoni, ed hanno ventilato l'ipotesi che il giovane sia stato tradito dall'entusiasmo democratico che, secondo le indiscrezioni, lo avrebbe addirittura spinto a lavorare di persona con pala e piccone!
NEW YORK PILLAR - 3 luglio 1919
REF 12
CHE FINE HA FATTO LA SPEDIZIONE CARLYLE?
MOMBASA (Reuter) - La polizia coloniale ha diramato una richiesta di aiuto per rintracciare la spedizione Carlyle, della quale mancano notizie ormai da due mesi.
Del gruppo fanno parte il ricco playboy Roger Carlyle ed altri tre americani, oltre al noto egittologo britannico Sir Aubrey Penhew.
La spedizione è partita da Nairobi il 3 agosto, ufficialmente per un safari fotografico: alcune indiscrezioni sostengono però che era alla ricerca di leggendari tesori biblici.
Secondo quanto viene riferito, Carlyle ed i compagni intendevano esplorare alcune zone della Valle del Gran Crepaccio, a nord-est di Nairobi.
NEW YORK PILLAR - 15 ottobre 1919
REF 13
ERICA CARLYLE IN AFRICA
MOMBASA (Reuter) - Erica Carlyle, sorella di Roger, capo della spedizione scomparsa, è sbarcata oggi a Mombasa dal battello Fount of Life, battente bandiera egiziana. Recentemente, alcuni indigeni Kikuyu hanno riferito di un presunto massacro di bianchi vicino alla foresta di Aberdare. Erica ha dichiarato di voler ritrovare il fratello a tutti i costi, ed ha condotto in Kenya il nucleo di una nutrita spedizione di soccorso. Miss Carlyle partirà domani per Nairobi; alcuni suoi agenti rimarranno a Mombasa per provvedere ai rifornimenti ed ai contatti con le autorità coloniali. Miss Victoria Post, compagna di Erica, parlando delle traversie del viaggio sulla nave egiziana, ha indirettamente sottolineato la determinazione della ragazza.
NEW YORK PILLAR - 11 marzo 1920
REF 14
CONFERMATO IL MASSACRO CARLYLE!
NAIROBI (Reuter) - La polizia coloniale ha confermato il massacro della spedizione Carlyle, di cui si erano perse le tracce da tempo. Roger Carlyle, ricco playboy di New York, è tra gli scomparsi. Le autorità ritengono responsabili dell'efferato delitto alcuni indigeni nandi. I resti di una ventina di portatori della spedizione sono stati rinvenuti in alcune fosse comuni. Erica Carlyle, sorella di Roger e probabile erede del suo patrimonio, ha guidato di persona le pericolose battute di ricerca; la notizia del massacro è stata diffusa da alcuni indigeni kikuyu, ma il luogo esatto è stato localizzato dalla polizia. Tra gli altri membri della spedizione, di cui si ignora la sorte, ricordiamo il famoso egittologo Sir Aubrey Penhew, la fotografa newyorkese Hypatia Masters ed il dr. Robert Huston. Sono stati uccisi anche molti portatori di colore.
NEW YORK PILLAR - 24 maggio 1920
18-JAN-1925 DOM
19-JAN-1925 LUN
20-JAN-1925 MAR
21-JAN-1925 MER
22-JAN-1925 GIO
23-JAN-1925 VEN
24-JAN-1925 SAB
25-JAN-1925 DOM
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